lunedì 1 novembre 2010

Cosa rappresenta un avvocato morto se non un buon inizio?



Un avvocato è stato trovato morto nel suo studio ucciso da quattro colpi d'arma da fuoco e da una preparazione inadeguata.

Dalle prime ricostruzioni l'assassino aveva preso un appuntamento allo studio. E già questo avrebbe dovuto metterlo in guardia.

I clienti in sala di attesa hanno raccontato la dinamica e descritto l'accaduto alle forze dell'ordine che stanno effettuando i rilievi. Sui clienti.

In serata il presunto assassino si è costituito, accompagnato dal suo avvocato. Che ancora sgocciolava.

Reso invalido da un infortunio sul lavoro, con una gamba di legno, e solo, l'omicida, covava un rancore profondo nei confronti del legale, che riteneva colpevole della sua rovina economica. Ora potete capire il perché di tutto quel livore in Pietro Gambadilegno.

Ad ogni modo pare che il movente sia molto semplice: era un benefattore.

L'analisi balistica sull'arma utilizzata per uccidere l'avvocato servirà agli inquirenti per capire quanti sono stati effettivamente i colpi sparati. Ma già ora si può affermare che furono sicuramente troppo pochi.

Nel frattempo, è stata disposta l'autopsia sul corpo dell'avvocato. Un atto dovuto prima di far cominciare i festeggiamenti.


http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_ottobre_27/cassino-ucciso-arma-fuoco-1804041016091.shtml

martedì 5 ottobre 2010

Le origini della professione forense.



Caio - Ecco qua la toga che mi ha ordinato, senatore.
Tiberio - Mi faccia vedere...(osserva attentamente).
Caio - Un lavoro da maestro, se mi permette.
Tiberio - Da maestro? Mi pare esagerato. Vedo che non ha utilizzato il miglior filo per cucirla.
Caio - Ma come?! Ho utilizzato filo armeno. La toga è fatta con seta indiana. L'ho personalmente cucita a mano!
Tiberio - Sarà...e quanto dovrei pagarla, questa?
Caio - Be', come quanto? Abbiamo pattuito la cifra di mille sesterzi.
Tiberio - Pattuito? Non mi ricordo.
Caio - Ma come! E' venuto nella mia bottega la settimana scorsa!
Tiberio - Sono venuto a chiedere una bella toga ad un costo basso, questo mi ricordo. E ora mi ritrovo con una brutta toga ad un costo stratosferico. Te ne posso dare giusto 100 di sesterzi.
Caio - Lei mi sta prendendo in giro senatore.
(bussano alla porta)
Tiberio - Un momento, Caio. Avanti!
Tizio - Buongiorno senatore. Sta bene?
Tiberio - Bene, non fosse per questo scocciatore che mi ha portato una toga che non è nulla di che e chiede di essere pagato ben mille sesterzi.
Caio - Ma è la toga che mi ha ordinato, pari pari e il prezzo l'abbiamo pattuito!
Tizio - Be', caro senatore, come replica?
Tiberio - Io avevo chiesto una toga simile, ma pensavo venisse meglio. E di aver pattuito il prezzo non mi ricordo.
Tizio - Scusi Caio, ma è vero?
Caio - Assolutamente no, lui è venuto da me, ha deciso la stoffa, mi ha fatto il disegno della toga che voleva e il prezzo l'abbiamo pattuito insieme.
Tizio - Davanti a testimoni?
Caio - Certo, c'erano i miei dipendenti e un altro cliente. Ah, peraltro, qualche giorno fa, è venuto nella mia bottega, ha visto la toga e ha detto che era bellissima. Anche in questo caso erano presenti mia moglie e due sue amiche.
Tizio - Be', senatore, a questo punto credo che lei debba pagare il prezzo pattuito. In fin dei conti, è stato lei a scegliere il materiale e la tipologia di toga, quando l'ha vista non ne ha riscontrato difetti di sorta e, quindi, s'è impegnato a pagare il prezzo già pattuito. Laddove lei non possa dimostrare che la toga in questione sia difforme da quella voluta, e mi pare evidente che non può, è tenuto a versare i mille sesterzi richiesti da Caio.
Inoltre, aggiungo, che qualora lei volesse continuare con questo suo atteggiamento, sarà mia cura portare la questione all'attenzione delle sedi più opportune, richiedendo che lei venga condannato anche al risarcimento di tutti i danni patiti da Caio e, mi creda, questo le verrà a costare molto più di mille sesterzi!
Tiberio - Questo è inaudito. Ad ogni modo, giusto per riuscire a levarmi voi due ladri dalle palle, ecco qua, vi do 800 sesterzi, ora andatevene per sempre!
Tizio - Le può andare bene Caio?
Caio - Credo di sì, credo di poter accettare una cifra del genere.
(prende i soldi ed escono)
Caio - Non so come ringraziarla.
Tizio - Capita, non deve è una questione di giustizia...
Caio - Sa, lei è molto bravo, dovrebbe farlo di professione, aiutare i più deboli contro le ingiustizie di questo pazzo mondo.
Tizio - E' un'idea. Si figuri che ero entrato dal senatore per chiedergli un lavoro...poi mi sono fatto prendere dal suo caso.
Caio - Ecco, faccia questo. Faccia il rappresentante dei poveri, parli di giustizia, utilizzi le leggi per aiutare noi poveri ignoranti.
Tizio - Ha ragione, lo farò. Mi farò chiamare avvocato!
Caio - Bravo!
Tizio - Perfetto, è deciso!
Caio - Finalmente, serviva proprio una figura professionale così!
Tizio - Ecco, ora...venendo al dunque... visto che ha ricevuto il tuo pagamento, che haisoddisfatto le sue ragioni, ecco, ci sarebbe solo un'ultima cosa da fare...
Caio - Cosa?
Tizio - Pagare la mia parcella.
Caio - Ah.
Tizio - Sì, fanno 700 sesterzi.
Caio - Ma così me ne restano solo 100! La stessa cifra che mi voleva dare il senatore!
Tizio - Dura lex sed lex.



PS: Se a qualcuno va di leggere su Dio, Gesù e lo Spirito Santo che pensano ad una nuova apocalisse, ho scritto un dialogo anche per gli amici di SenzaVoglia: http://senzavoglia.blogspot.com/2010/10/informazeide-1.html

sabato 2 ottobre 2010

La deontologia degli avvocati. Mangia, prega, ama.

Conferenza "Deontologic rules and lawyers". 
Aula Magna di una università.

Relatore: "So, i'm asking you, if we say that one of the core rule for a lawyer is that he has to be fair, cooperating with the jurisdictional system to make it going better, so, what if a client comes to you arguing he wants to burn his ex-wife house? Are you going to keep the professional secret or are you going to call the police?"

Avvocato: "First of all, i'm going to prepare invoice".



E per i meno anglofili:

Relatore: "Vi sto chiedendo, se diciamo che una delle regole principali per un avvocato è quella che lui deve essere giusto, cooperando con il sistema giuridico per renderlo migliore, cosa succede se un cliente viene da voi sostenendo che vuolo bruciare la casa della sua ex moglie? Mantenete il segreto professionale o chiamate la polizia?"

Avvocato: "Per prima cosa, inizio a preparare la fattura".






giovedì 9 settembre 2010

Breve intervallo comico. Genesi di un fenomeno.

MR - Buongiorno, posso entrare?
Produttore - Ma certo, certo, venga pure.
MR - Ecco, volevo intanto ringraziarLa di avermi fatto chiamare.
Produttore - Scherza? Grazie a Lei di essere venuto. Ho visto la videocassetta con il Suo numero e sono rimasto sbalordito.
MR - Eh, sbalordito...addirittura?!?
Produttore - Certo! Ho visto energia, grinta, potenzialità, mi è piaciuto davvero moltissimo, credo che se uniamo le forze, il Suo talento insieme alla nostra organizzazione, potremo creare il nuovo fenomeno dell'anno in Italia.
MR - Lei esagera!
Produttore - Certo che no! Apprezzo molto la modestia nelle persone, non ha idea di quanti artisti arrivino qui da me, si siedano e mi guardino con l'aria spocchiosa di chi si merita tutto. Lei no, invece, e questo lo sto veramente apprezzando e, mi creda, raramente sono così entusiasta quando incontro un talento del Suo genere.
MR - Lei mi lusinga...ad ogni modo non posso che ringraziarLa di tutte queste belle parole. Sa, ho sempre coltivato questa passione da solo, nella mia stanza e sentirmi dire da una persona del Suo calibro che sono bravo, be', capirà, é una soddisfazione doppia.
Produttore - Mi creda, è tutto meritato.
MR - Grazie ancora. Ora, non so...cosa devo fare?
Produttore - Guardi, una volta firmato il contratto penseremo noi a spedirLa nell'orbita delle celebrità mondiali. Si prepari ad essere visto in tutte le più importanti trasmissioni del mondo!
MR - Mi sembra davvero un sogno...ci sono controindicazioni?
Produttore - Assolutamente no! Ho parlato con i nostri addetti al marketing, vorremmo riuscire ad impreziosire le Sue performance con un po' di musica di sottofondo.
MR - Mi sembra una buona idea. Cosa proponete?
Produttore - Guardi, c'è un ragazzo, più o meno Suo coetaneo che ci ha lasciato una sua cassettina. A noi non garba più di tanto, però, visto che vogliamo che le Sue capacità spicchino e dal momento che ci serve giusto un accompagnamento di sottofondo, crediamo che possa essere la persona giusta per Lei.
MR - Ho capito...il solito raccomandato, vero?
Produttore - Non mi faccia dire niente (sorride). Ad ogni modo, vorremmo che fosse Lei a giudicarlo, se lo ritiene troppo scarso per fare da sottofondo al Suo numero, cercheremo qualcos'altro. Di questo non deve preoccuparsi.
MR - La ringrazio, ma, guardi, non voglio impormi, come ripeto, sono stupito che le mie cose Le piacciano. Se Lei crede che il ragazzo vada bene, mi voglio fidare.
Produttore - Lei è veramente una persona speciale. Guardi, visto che è qui, lo faccio entrare così vi presento.
MR - Perfetto.
Produttore - Guardi, solo una cortesia, ha i denti molto storti. Non glieli fissi.
MR - Certo, certo.
Produttore - A pensarci anche questo suo difetto fisico non potrà che farLa risaltare ancora di più.
MR - Troppo buono.
Produttore - Si figuri. Lo faccio entrare.
(Entra un ragazzo. E' giovane. Un giubbotto di jeans. Denti storti)
Produttore - Vieni, vieni, ti faccio conoscere quello a cui dovrai fare da spalla.
Ragazzo - Grazie.
(avanza esitante)
Produttore - Ecco, caro Mauro, lascia che ti presenti la tua spalla.
Ragazzo - Piacere, Massimo, Massimo Pezzali, ma tu puoi chiamarmi Max.
MR - Piacere mio, Mauro Repetto.




sabato 4 settembre 2010

Dialoghi immaginari, vol. 1

Dio - Buongiorno.
Avvocato - Buongiorno.
Dio - Sa perché é qui?
Avvocato - Assolutamente no! Anzi, chi è Lei?
Dio - Sono Dio.
Avvocato - Me lo provi.
Dio - Cosa vuole che faccia?
Avvocato - Non so, intanto ci penso. Ad ogni modo, perché sarei qui al cospetto del cosidetto Dio?
Dio - Lei è morto.
Avvocato - Impossibile! Fino ad un attimo fa ero in coda in Cancelleria in Tribunale...
Dio - Appunto.
Avvocato - Ah! In effetti, potrebbe anche essere, a volte si perde il senso del tempo in Tribunale.
Dio - Senta, non ho tutta la giornata e vedo che il suo fascicolo è corposo, quindi se possiamo procedere...
Avvocato - Corposo? Mi pare molto strano. Si tratterà di un caso di omonimia.
Dio - Impossibile, non lo sa che sono onnisciente?
Avvocato - Mah, e allora di cosa si tratterebbe?
Dio - Innanzitutto ha ripetuto più volte il mio nome invano.
Avvocato - Questo non corrisponde al vero, più volte ho detto "zio" e probabilmente i Suoi vigili non hanno capito bene, ma, quand'anche avessi detto "dio", non sarebe stato riferito a Lei, bensì ad un amico che ho soprannominato proprio in quel modo per le sue qualità notevoli, pur ovviamente inferiori alle Sue.
Dio - Leggo poi che ha peccato di superbia.
Avvocato - Non è possibile, è che avevo sempre ragione in tutte le discussioni avute nella mia vita.
Dio - Non ha rispettato i suoi genitori.
Avvocato - A loro è sempre piaciuto così, so che sono strani, ma che Le devo dire? Mi sono adeguato.
Dio - Non ha mai santificato le feste.
Avvocato - Ah no! questo no, almeno non secondo una lettura estensiva dei precetti che si trovano in alcuni Vangeli apocrifi e di cui Lei sicuramente è a conoscenza, dove chiaramente si lascerebbe intendere vagamente che durante le feste basterebbe riposarsi e fare ciò che più aggrada per santificarle. Non è certo colpa mia se non vi siete ancora messi d'accordo su quali letture e precetti considerare definitivamente abrogate. Mi permetto di ricordarLe che "in dubio pro reo".
Dio - Leggo, poi che ha tradito sua moglie?
Avvocato - Anche in questo caso, mi trovo in disaccordo. Secondo la Corte Suprema di Singapore, infatti, il farsi fare un pompino non può essere considerato tradimento, ergo, mi pare evidente, che anche questa accusa nei miei confronti non può essere considerata valida e, mi tocca avvertirLa, che tutto queste false e diffamanti accuse potrebbero costringermi ad agire contro di Lei se continuerà su questa strada.
Dio - Sa qual è il suo peccato più grave?
Avvocato - Vedo che continua...mi dica.
Dio - Lei è un avvocato.
Avvocato - Caspita...questo è vero. Ah, ma forse è per questo che non ho mai creduto in Lei, Dio.
Dio - E ora? Crede?
Avvocato - Neanche adesso e, infatti, credo che vi sia un difetto di giurisdizione, se io non La riconsoco come autorità, come giudice, in quanto non competente sulla mia persona, la quale non crede alla Sua esistenza, come può giudicarmi legittimamente?
Dio - E se Le provassi che sono Dio?
Avvocato - Be', in quel caso tutto cambierebbe.
Dio - Bene, per la seconda volta, cosa devo fare per dimostrarle che sono Dio?
Avvocato - Posso chiedere qualsiasi cosa?
Dio - Certo, posso far tutto.
Avvocato - Ho la Sua parola?
Dio - Sì. Dio è verità.
Avvocato - Lei è eterno e onnipotente, giusto?
Dio - Sì.
Avvocato - Bene, allora si uccida.
Dio - ...
Avvocato - Se Lei si uccidesse, visto che è anche immortale, dimostrerebbe di essere Dio abbattendo un Suo stesso dogma. A quel punto io crederei.
Dio - Ma se io mi uccidessi, poi Satana controllerebbe il mondo, portando morte, distruzione e malvagità nel mondo.
Avvocato - Lo so, ma Lei mi ha chiesto cosa doveva fare per convincermi della Sua esistenza, quindi ora è tenuto ad eseguire.
Dio - E non le importa cosa accadrà sulla Terra?
Avvocato - Ehi, sono un avvocato!
Dio - Cazzo!

venerdì 21 maggio 2010

Come e perché non diventare avvocato (vol. 1)

Parlavo qualche giorno fa con una persona intelligentissima, una di quelle che vorresti conoscere una volta nella vita, magari quando sei appena nato, così ti togli il pensiero e poi sei tranquillo per il resto che ti tocca vivere.

Ecco, dicevo, parlavo, per la precisione era lui che parlava a me, io fumavo, del lavoro, della crisi e ad un certo punto viene fuori che, secondo lui, i liberi professionisti sono quelli messi meglio perché, in fin dei conti, fanno tanto nero.

(un ragionamento economico così raffinato non lo si sentiva dai tempi dell'ultima dichiarazione di Trichet)


Così, ho iniziato a pensare all'evoluzione di un avvocato.

4 anni di università che ti formano in nulla, dandoti giusto le basi giuridiche e tenendoti ben lontano dalla scrittura e dalla vita del Tribunale (probabilmente basterebbe organizzare dei piccoli tour nei giorni delle udienze civili, perché molti capiscano che non stiamo parlando di Perry Mason negli USA e abbandonino ogni velleità forense).

Poi ti laurei e quando hai finito di ubriacarti inizi a guardarti in giro.

Le strade più comode che vedi di fronte a te sono quella del praticantato, ovvero quella di lavorare in una banca.

(in pratica, ti ritrovi nel dilemma manzoniano del "non resta che far torto o patirlo")

Ad ogni modo, se uno ha un minimo di rettitudine morale non può che decidere di iniziare col praticantato per diventare avvocato (con il che ben si capisce quanto abbia stima delle banche).

Due simpatici anni che si articolano nel seguente modo:

1) Orario di lavoro inesistente: ogni giorno finisci quando hai finito.
2) Nessuna tutela: se sei malato ma hai qualcosa in scadenza, devi lavorare.
3) Nessuna soddisfazione: per il primo anno, fai fatica a ricordarti persino quante marche da bollo vogliono in Tribunale per questa o quella copia. I clienti non sono i tuoi. Nessuno ti ha mai insegnato come scrivere un atto, quindi i primi che redigi vengono segati senza pietà dal tuo dominus. Non hai un capo, hai un dominus. Gli avvocati che ti vedono, non ti considerano loro pari. I Giudici che vedi, non ti considerano. I Cancellieri cui ti rivolgi, non ti vedono neanche.
4) Milioni di adempimenti imposti dal tuo Ordine: comprensivi di udienze da seguire, pareri da redigere, verbali d'udienza da fotocopiare per certificare l'effettività della propria pratica, e quant'altro. Ah, sì, ci sono anche un po' di versamenti da fare, marche da bollo, e quant'altro.
5) Nessuna paga: sì, ecco, era un dettaglio che mi sfuggiva, ma, salvo che in alcune realtà, i praticanti non vengono pagati. Giusto? Sbagliato? Tutto ciò non interessa ai fini di questa disamina, ma è un dato di fatto.

Passati i due anni, si può iniziare a dare l'esame (una volta all'anno, lo scritto a dicembre, i risultati a giugno dell'anno successivo, l'orale in un mese compreso tra settembre e gennaio dell'anno ancora dopo, tanto per dire).

Ad ogni modo, passato l'esame (e la faccio breve, ché passare l'esame sarà argomento a se stante) succedono le seguenti cose:

1) Vostra madre si ubriaca per la felicità.
2) La vostra ragazza si ubriaca per la felicità e inizia a coltivare il sogno di fare la mantenuta.
3) Vostro padre si ubriaca e inizia a pensare che potrà permettersi quella famosa crisi di mezzetà che ha dovuto sempre rimandare.
4) I vostri parenti si ubriacano per la felicità di poter fare causa al vicino di casa gratis.
5) Voi vi ubriacate perché sapete bene che ormai non potete più scappare dalla professione.

E non avete ancora iniziato a lavorare...




venerdì 5 febbraio 2010

Meltingpot, crocifissi col burqa.

L'ultima proposta di legge in tema di crocifisso in aula spetta ad undici senatori del PD, i quali hanno deciso di presentare una proposta di legge i cui punti essenziali sono:

1) Il crocifisso dev'essere in ogni aula.
2) Se alcuni genitori si offendono o protestano, il dirigente scolastico cerca di trovare una mediazione, magari aggiungendo altri simboli religiosi.
3) Se proprio non si riesce a trovare un accordo con la creazione di un nuovo pantheon, allora il dirigente scolastico decide come gli pare.

Ora, tutto questo fervore sul crocifisso che, per chi non lo sapesse, è quella cosa formata da due pezzi di legno intersecati perpendicolarmente con appesa la figura di un uomo e che potete vedere in quasi ogni ufficio pubblico, se proprio non volete farvi un giro in chiesa, nasce a seguito della sentenza della Corte di Giustizia europea sui Diritti dell'Uomo, la quale, il 3 novembre del 2009, ha stabilito che:

"La presenza del crocifisso, che e' impossibile non notare nelle aule scolastische potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le eta' come un simbolo religioso, che avvertirebbero cosi' di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione" (...) "Tutto questo potrebbe essere incoraggiante per gli studenti religiosi, ma fastidioso per i ragazzi che praticano altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze religiose, o che sono atei".

Ora, vi risparmio i commenti che potete immaginare a seguito di questa sentenza, ma la cosa che mi stupisce è che, in attesa della decisione della Corte d'Appello a seguito del ricorso legittimamente presentato dal Governo, ci si senta in dovere di proporre una legge come quella di cui sopra.

Capisco (...) che il Pd si senta in dovere di rincorrere i voti dei cattolici, ma dovrebbe, quantomeno, avere il buon senso di rispettare la sentenza di una Corte di Giustizia.
O almeno questo è ciò che quasi ogni giorno sento che cercano di insegnare agli italiani.
Non comprendo il perché, allora, non si debba rispettare una pronuncia di un organo, leggermente, superiore a tutte le nostri Corti.

Purtroppo, credo, il problema risieda nel fatto che, a parte la beatitudine e il proto-orgasmo che tutti hanno al momento che possono inserire in un loro discorso frasi come "bisogna rispettare i diritti umani", "questo atto calpesta i diritti umani", "La Costituzione, signori, la Costituzione, voi ne fate brandelli, anche della prima parte che parla dei nostri diritti inviolabili", ecc.ecc., ecco, a parte questa esuberanza dialettica, poi dei diritti umani non gliene importa niente a nessuno, salvo che per contrastare ideologicamente questo o quel punto.

Una volta un grande esperto di diritto, il prof. Michele Taruffo, ha detto (riassumo liberamente il pensiero) che i diritti, anche quand'anche scritti nelle più sacre pergamene, non sono tali, finchè non esistono delle regole che sanzionino chi li violi.
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo è nata proprio per sanzionare chi viola i diritti umani.
Non rispettare una sua sentenza, pone, di fatto, al di fuori del rispetto di tali diritti.

I diritti umani dovrebbero essere quei diritti inviolabili che appartengono a tutti gli uomini per il solo fatto di esserlo.
Sono di tutti, indipendentemente da ogni altra circostanza.
Purtroppo pare che undici senatori del PD si siano dimenticati di questo fatto.

La questione del crocifisso, poi, è interessante, specie se la si mette in relazione con le recenti polemiche dopo la decisione della Francia di prendere in considerazione l'idea di vietare il burqa.
Anche in questo caso, i politici di casa nostra si sono sentiti in dovere di esprimere la loro opinione, chi a favore, chi contro.
La Francia, tuttavia, ha già vietato ogni simbolo religioso all'interno dei luoghi pubblici.
Via croci, via veli nelle scuole, via kippà, probabilmente è stato vietato anche di mettere su l'ultimo cd del Buddha Bar.
Questo in base al principio che lo stato è laico e, pertanto, aconfessionale.
Tutte le religioni sono degne di rispetto, ma la religione deve essere vissuta come momento personale e non imposta, in alcuna forma, a chi crede in altro o non crede affatto.
(E' solo il caso di notare che in Egitto, il burqa è vietato nelle università).

Il burqa viene vietato per motivi di sicurezza pubblica e sulla base di una serie di testimonianze con il mondo musulmano che certificano che lo stesso non può essere considerato un simbolo religioso, ma che rimane una "scelta" della musulmana (o, per quelli che non sono buonisti, una imposizione del musulmano uomo alla propria moglie).
Mentre il velo, a coprire il capo, sarebbe obbligatorio, lo scafandro (mi si perdoni il termine, ma altri, migliori, non me ne vengono) non lo sarebbe.
E dal momento in cui lo scafandro non permette il riconoscimento della persona, ecco che, per motivi di ordine pubblico, lo stesso viene vietato.

Mi pareva una motivazione, per quanto discutibile, molto lineare.
Purtroppo non avevo ancora sentito i commenti dei nostri politici:

Frattini: "La questione è molto complessa. Io non sono, in linea di principio, a favore di una pura e semplice proibizione per legge". Sicuramente è a favore del lavaggio delle mani.
Donatella Ferranti, capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera: "È una norma incostituzionale che lede la libertà religiosa e sono del tutto strumentali i richiami all'ordine pubblico. La verità è che si vuole colpire gli immigrati islamici nel loro intimo". Finalmente si può dire che qualcosa è incostituzionale! Era da tantissimo tempo (quasi 30 minuti) che non leggevo che qualcuno l'aveva dichiarato. Adesso mi sento meglio!

Ad ogni modo, sostenere che il burqa limiterebbe la libertà di religione e quindi violerebbe il diritto (umano) a professare la propria religione liberamente, pare in contraddizione con quanto affermano quasi tutti i musulmani.

Ahmad Gianpiero Vincenzo, Presidente degli Intellettuali Musulmani Italiani: "Concordiamo con la posizione francese nei confronti del burqa. La decisione di proibire il velo integrale nei luoghi pubblici è perfettamente compatibile con l'Islam, che non prescrive assolutamente di coprire il volto delle donne".

Ancora più divertenti sono le considerazioni di chi paragona il burqa al casco integrale o al passamontagna o alle maschere di carnevale, non considerando che i secondi si possono togliere senza problemi a richiesta, mentre il primo no.

Ma torniamo ai diritti umani, il diritto sancito dalla Corte di Giustizia europea dice che a nessuno può essere imposto un simbolo religioso e si vorrebbe una legge in netta opposizione.
Il burqa non è un simbolo religioso, è una forma di costrizione della libetà della donna (per esser lievi), retaggio di una subcultura (sì sì, subcultura, fanculo al buonismo) medioevale, cieca e maschilista (e non mi riferisco all'Islam nel suo complesso, sia chiaro...) e in nome dei diritti umani si vorrebbe non vietare.
Forse sarebbe necessario una ripassatina della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.

Io non vorrei mai vedere castori obbligati a volare bardati, preferisco di gran lunga il naturismo.

giovedì 21 gennaio 2010

Processo il Breve, io vado controcorrente.

Ieri il Senato ha approvato il disegno di legge n. 1880 dal titolo "Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell’articolo 111 della Costituzione e dell’articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali", in parole povere il c.d. processo breve.

Ora, aspetterò che il disegno venga votato anche alla Camera prima di procedere ad una sua analisi un po' più dettagliata, al momento però mi vorrei concentrare sulle reazioni politiche.

Prendo atto che l'opposizione ha concentrato le sue critiche su due temi fondamentali:

1) Il processo breve cancellerebbe i processi a Berlusconi.
2) Il processo breve, cancellando milioni di processi, non permetterebbe alle vittime di avere giustizia (segue lungo elenco di processi, per lo più finanziari, che riguarderebbero migliaia di consumatori).

Ovviamente, per l'ennesima volta, sono riusciti a perdere l'occasione per smuovere delle critiche serie ad una norma che, allo stato attuale, più che negativa mi pare catastrofica.

1) Il processo breve aiuterebbe Berlusconi: va bene, ma, francamente, qualcuno ne dubitava? e, soprattutto, a qualcuno interessa qualcosa?
Certo, mi si dirà, è l'ennesimo scandalo e bla bla bla, basterebbe ricordare le critiche mosse al Lodo Alfano, per risparmiarsi la fatica di leggere tutti i commenti di questo tipo.
Agli italiani questo interessa? Dubito fortemente, visto che la situazione giudiziaria del premier mi pare chiara da almeno 10 anni e, ciononostante, gode della fiducia dell'elettorato.
Ergo, le critiche sotto questo profilo vengono mosse essenzialmente per far contento il proprio elettorato, situazione entusiasmante, forse, ma di scarsa utilità.

2) Il processo breve non garantirebbe giustizia per le vittime: falso, in quanto il processo penale è vero che si cancellerebbe, ma l'azione potrebbe essere spostata, senza problemi, nel processo civile.
I consumatori, costituitisi parti civili nei processi penali, semplicemente vedrebbero trasformarsi il proprio procedimento da penale a civile, non perdendo, quindi, il diritto ad ottenere il risarcimento per i danni patiti.
Cui prodest se il processo è penale o civile nel momento in cui ciò che conta, in sostanza, è recuperare i soldi buttati via?

Ecco, queste sono le critiche che ho sentito muovere al processo breve, con queste premesse è ovvio che nulla cambierà, visto che risultano, come sempre, semplice aria fritta.

Le due critiche che, invece, mi paiono decisamente fondate e che, se "cavalcate" bene, potrebbero sì cambiare un po' le cose o, quantomeno, far riflettere la maggioranza sull'opportunità politica di una tale riforma, sono:

A) Peggioramento del sistema giustizia: mi pare evidente che se si cancellano dopo un tot di tempo i processi penali per superamento dei limiti previsti dalla legge, tutte le vittime dei reati che ne abbiano interesse, si vedranno costrette, come si diceva più sopra, a spostare la loro richiesta dalla sede penale a quella civile.
Questo cosa comporta? Che per uno snellimento del sistema penale, si avrà un ulteriore peggioramento di quello civile che, già oggi, è in condizioni ben peggiori del suo gemello, se si considerano i tempi per l'ottenimento di una sentenza.
La riforma comporterà, quindi, ulteriori ritardi.
Il processo civile, tra l'altro, è di gran lunga il processo che agli italiani dovrebbe interessare maggiormente, visto che riguarda cosette tipo separazioni e divorzi, recupero crediti, diritto del lavoro, amministrazioni di sostegno, sfratti, locazioni e, comunque, quanto non sia di competenza penale.
Ecco, fossi un esponente dell'opposizione io direi: "Se passa questa legge, tu, caro il mio Pinco Pallino piccolo imprenditore del Nord, che già ora ci metti 3 anni, quando ti va bene, a farti pagare dal tuo debitore, ecco, proprio tu, ora rischierai che quegli anni diventino 5, 6,7...e sto parlando di una media...", oppure "Tu, cara la mia Vispa Teresa, tu che hai un parente che ha bisogno di un amministratore di sostegno, ecco tu, invece di 6 mesi, un anno, dovrai aspettare 3, 4 anni, e intanto i suoi conti in banca saranno inutilizzabili da te e intanto gli ospedali ti faranno storie per deleghe e firme...". E così via.

B) Il venir meno del carattere dissuasivo della norma penale: i limiti dettati dal processo breve varrebbero per gli incensurati e per reati la cui pena massima è inferiore a 10 anni.
Bene, partendo dal presupposto, non assoluto, ma molto vicino al vero, che un processo penale di primo grado difficilmente si chiude in 3 anni e ancor più difficilmente in 2 in appello e quasi sicuramente non si chiude in un anno in cassazione, quanto tempo ci metteranno i "criminali" a capire che possono delinquere senza problemi, basta che si limitino solo a reati quali, ad esempio:

- Corruzione di minorenni (art. 530 c.p.)
- Uccisione di animali (art.544-bis c.p.)
- Maltrattamento di animali (art. 544-ter c.p.)
- Maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli (572 c.p.)
- Percosse (art. 581 c.p.)
- Lesioni personali (art. 582 c.p.)
- Omicidio colposo (art. 589 c.p.)
- Abbandono di persone minori o incapaci (art. 591 c.p.)
- Violenza privata (art. 610 c.p.)
- Violazione di domicilio (art. 614 c.p.)
- Furto (art. 624 c.p.)
- Danneggiamento (art. 635 c.p.)
- Truffa (art. 640 c.p.)
- Ricettazione (art. 648 c.p.)
...

Posto che c'è almeno un partito, la Lega, che basa gran parte della sua comunicazione sul tema della sicurezza, mi chiedo come mai nessuno dell'opposizione abbia pensato di realizzare manifesti con l'elenco dei reati per cui in caso di passaggio della riforma difficilmente il reo rischierebbe di finire in galera.
A questo punto, stando così le cose, senza che vi sia una riforma effettiva della giustizia tout-court, mi chiedo il perché, in uno Stato come il nostro dove, per svariate ragioni, vige già un sentimento di impunità generalizzato, si debba regalare una sorta di carta "esci gratis di prigione" per una serie di reati.
Tenendo poi conto che, se il reato si prescrive per decorrenza dei termini, questo varrebbe come assolutzione, pertanto in caso di successivo reato non si potrebbe neanche applicare (qualora il processo venga fatto nei tempi giusti) l'aggravante della recidiva.
Come prenderebbero gli elettori di centro-destra queste brevi considerazioni?
E, infine, i Giudici non arriveranno a prendere maggiormente in considerazione solo quei reati per cui possono immaginare di riuscire a terminare il processo? Chi glielo farà fare di iniziare processi sapendo già che andranno in prescrizione?

Purtroppo, come sempre, l'opposizione è decisa a restarsene a contemplare castori che volano, piuttosto che iniziare a confrontarsi su aspetti concreti delle vicende legislative.
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lunedì 18 gennaio 2010

Fenomenologia clientelare, parte 1

I clienti siete voi, ognuno di noi è cliente di qualcun altro e ognuno di noi dovrebbe avere la sua specificità che dovrebbe portarlo ad essere completamente diverso nel rapporto con l'altro.

Pare, tuttavia, che questo fenomeno non si presenti allorché una persona si rechi da un avvocato, dal momento che sembra dover rientrare in almeno un archetipo di cliente.

Nella mia carriera, peraltro al momento neanche secolare, ho distinto un serie di clienti tipo:

(di solito i colloqui vanno così)

1) Il cliente incazzato:

Avvocato - Buongiorno!
Cliente - Eh, magari fosse un buon giorno!
A. - Mi dica tutto!
C. - Ecco, ascolti cosa mi è successo (segue racconto in cui, inevitabilmente, il cliente si trova ad essere vittima di abusi inimmaginabili e di ingiustizie di ogni tipo)...ha capito? ha visto? adesso guardi, lei faccia tutto quello che vuole, tutto quello che è necessario, a qualsiasi costo, ma quello lì lo dobbiamo fare nero!
A. - Beh, guardi, va bene, ma tenga presente che (e qui qualsiasi spiegazione venga fornita non verrà ascoltata)...ha capito?
C. - Certo, comunque lo faccia nero...
A. - ...

2) Il cliente che si sente avvocato:

Avvocato - Buongiorno
Cliente - Buongiorno avvocato, guardi le racconto subito cos'è successo così non le faccio perdere tempo...(sostanzialmente comprende l'importanza del tempo, si sa, tra "colleghi"...)...[segue spiegazione]
A. - Ma guardi, secondo me, nel suo caso si potrebbe...
C. - Scusi, se la interrompo, ma ho letto un po' su internet che in questi casi si dovrebbe [segue spiegazione dettagliata]
A. - Per certi versi non è così, guardi, nel suo caso...
C. - Mi scusi se la interrompo di nuovo, infatti, un amico mi diceva che anche a lui è successa una cosa del genere e che lui ha fatto così e così...
A. - Mi pare che il suo amico fosse in una situazione diversa, però...nel suo caso io suggerirei...
C. - Mi scusi ancora, ma proprio ieri sentivo a Forum che in un caso analogo il giudice mi avrebbe dato ragione...
A. - Ah be'! se l'ha sentito a Forum...
C. - Sì, sì...
A. - Ecco, allora, consideri Forum, ok?
C. - Siiii (sorriso)
A. - Ecco, se ne dimentichi anche...
C. - Ah!
A. - Sì, adesso le spiego io in che situazione si trova e cosa bisogna fare...
C. - Sì...
A. - (finisce la spiegazione) Ha capito?
C. - Non so, mi pare proprio una spiegazione diversa da quella che credevo...è sicuro?
A. - Guardi, veda lei, se vuole credere ad internet, ecco qui il pc, faccia lei...altrimenti...
C. - Potrebbe avere ragione lei...
A. - Dice?
C. - Credo...
A. - Ah!

3) Il cliente che non vuole spendere:

Avvocato - Buongiorno!
Cliente - Buongiorno, scusi se la disturbo, ma ho un problema...ci metterò solo pochi minuti...
A. - Si accomodi e mi dica tutto.
C. - Guardi (segue veloce esposizione dei fatti, velocità dovuta al presumibile pensiero che l'avvocato abbia una tariffa oraria), si può fare qualcosa?
A. - Direi di sì!
C. - Bene! Quanto mi viene a costare?
A. - Ma non sa neanche cosa bisogna fare...
C. - Mi fido! Mi dica...
A. - Beh, se stragiudizialmente non si ottengono risultati, allora bisogna intentare causa.
C. - Eh! Certo! Una causa! Chissà quanto costa...quanto?
A. - E' difficile quantificare ora, dipende da molti fattori, il valore della causa, la complessità, la lunghezza, dipende dalla difesa di controparte, ecc.ecc.
C. - Ah! ho capito...ma più o meno?
A. - Non glielo saprei dire, oppure le posso dire una cifra che potrebbe non essere quella...
C. - Me la dica, ho bisogno di saperla...
A. - Non posso!
C. - E' sicuro?
A. - Mi pare di sì...
C. - Sarà...

4) Il cliente che non ha fiducia nella giustizia:

Avvocato - Buongiorno!
Cliente - Eh! Buongiorno! Mica tanto! Se no non sarei qui da lei...
A. - Vabe', insomma...almeno è qui e non in un letto d'ospedale!
C. - L'avrei preferito...
A. - Ok!
C. - Adesso le racconto (segue spiegazione)...
A. - Da quello che mi dice, lei ha ragione e si potrebbe fare così e così.
C. - Eh! ragione...ma quanto dura la causa?
A. - Ah, non lo so! Tenga conto che la media di un processo di primo grado è 3 anni.
C. - 3 anni! è tantissimo comunque, ma sarei anche contento! poi magari il mio dura anche 10!
A. - Cosa vuole che le dica...
C. - Che poi lo so che anche voi avvocati la tirate per le lunghe!
A. - Bah, a dire il vero io preferirei arrivare ad una sentenza in un anno, fatturerei molto prima!
C. - (ironico) Certo!
A. - Le cose, ad ogni modo, stanno così, non le possiamo cambiare
C. - Capisco...a questo punto non so se ne vale la pena...tanto vale tenersi il torto...
A. - Consideri che lei ha ragione e potrebbe rifarsi di tutte le spese effettuate!
C. - Lo so...però...magari la mia controparte conosce il giudice, o ha ganci, allunga una mazzetta di qua o di là, non so!
A. - Mi pare una visione pessimistica!
C. - Sì, ma questa giustizia...
A. - ...
C. - Non so! Ci penso!
A. - Arrivederci e grazie!

venerdì 8 gennaio 2010

Piovono nani sul bagnato...

La dura vita di chi vorrebbe lavorare si scontra il più delle volte con le più che legittime esigenze dei lavoratori pubblici del settore della giustizia.

Quando si cita qualcuno a giudizio, v'è una semplice procedura da eseguire, portare il proprio atto presso gli Ufficiali Giudiziari i quali, ricevendolo, provvederanno a recapitarne una copia (già fatta da voi) a chi volete, oppure, se è fuori città, a consegnarla alle poste per la spedizione e consegna mediante postino.

Una procedura che sembrerebbe abbastanza semplice, se non fossimo in Italia.

E, infatti, se il vostro atto deve essere spedito per posta in un'altra città, voi non potrete andare dagli Ufficiali Giudiziari della vostra città, sarebbe troppo semplice, bensì dovrete recarvi dagli Ufficiali Giudiziari che hanno in carico il luogo dove dovete spedire il plico, anche se questo deve andare per posta.

Anche questo problema potrebbe essere non insormontabile, se tutti gli uffici giudiziari d'Italia, uffici pubblici, pare, osservassero gli stessi orari.
Purtroppo, per ragioni (qui il lettore può inserire una delle mille scuse che può avere nel proprio repertorio...e valgono anche parole a caso prese dal proprio vocabolario) ciò non è così, per cui le cose possono anche andare in questo modo:

Avvocato - (pensa) Oh che bello, devo andare a spedire questo atto di citazione agli ufficiali giudiziari del Tribunale di (...) Sezione distaccata di (...). Quasi quasi ci vado il 30 dicembre, visto che non è un giorno festivo per la pubblica amministrazione.

(sale in auto, fa benzina, prende l'autostrada, esce dall'autostrada, paga il casello, prende una strada statale, arriva nel paesello sede di Tribunale, fa 8 giri per cercare un parcheggio, smadonna, parcheggia, paga il parchimetro, entra in Tribunale, arriva dagli Ufficiali Giudiziari)

Cartello n. 1 - Dal 23 dicembre al 6 gennaio saranno accettati solo gli atti in scandeza e urgenti

Avvocato - (pensa) Il mio atto non è urgente, forse però mi faranno la cortesia...(si reca allo sportello) Buongiorno, ho un atto di citazione da notificare, vengo da (...) purtroppo non sapevo che prendeste solo gli atti urgenti, visto che da noi non è così, non è che me lo potete prendere lo stesso, al massimo lo fate partire dopo il 6.

U.G. - Purtroppo non è possibile, se no dovremmo fare così con tutti, non ha visto il cartello?

A. - (si gira a destra e sinistra, non vede nessuno e pensa: tutti?!?) Certo che l'ho visto...va bene, vorrà dire che tornerò dopo il 6, grazie e arrivederci.

U.G. - (silenzio)

Cartello n. 2 - Si avvisa che per tutto il mese di dicembre l'Ufficio sarà aperto dalle ore 9.00 alle ore 10.30

(sale in auto, smadonna, prende una statale, prende l'autostrada, esce dall'autostrada, paga il casello, parcheggia, torna in studio)

(8 gennaio)

A. - (pensa) Oh che bello, devo tornare a (...), speriamo che tutto vada bene, visto che ho già dovuto spostare di due settimane la data della prima udienza, visto che non ho potuto notificare il giorno che volevo.

(sale in auto, fa benzina, prende l'autostrada, esce dall'autostrada, paga il casello, prende una strada statale, arriva nel paesello sede di Tribunale, fa 8 giri per cercare un parcheggio, smadonna, parcheggia, paga il parchimetro, entra in Tribunale, arriva dagli Ufficiali Giudiziari)

(la porta di ingresso è chiusa, ci sono 3 persone davanti)

A. - Cos'è successo?
Avvocato n. 2 - Hanno appena chiuso.
A. - Ma sono le 10.40!
A. n. 2 - Appunto! (bussa)
Ufficiale Giudiziario - (apre uno spiraglio) Si? Che volete?
A. n. 2 - Dobbiamo tutti notificare degli atti
U.G. - Eh, non potete! Chiudiamo alle 10.30, non avete visto il cartello?
A. n. 2 - Ma il cartello dice "a dicembre", ora siamo a gennaio!
U.G. - Eh, che volete?!? gennaio è come dicembre, mi dispiace!
A. n. 2 - Ma come?!? Se prima prendavate gli atti fino alle 12.00!
U.G. - Ieri era ieri e oggi è oggi. Mi spiace!
A. n. 2 - E' una cosa incredibile!
A. - Mi scusi, io vengo apposta da (...) ed è la seconda volta che vengo! per favore!
U.G. - Eh! se faccio entrare lei poi devo fare entrare tutti!
A. - Va beh! siamo qui in 3, atto più atto meno!
Avvocato n. 3 - Guardi che io ero qui anche prima delle 10.30, mi sono seduto un attimo fuori dall'Ufficio perché c'era coda!
U.G. - Eh! Mi spiace! chi è fuori è fuori e chi è dentro è dentro! (richiude la porta, a chiave)
Avvocati - (...)

(smadonna, sale in auto, smadonna, prende una statale, smadonna, prende l'autostrada, smadonna, esce dall'autostrada, smadonna, paga il casello, smadonna, parcheggia, smadonna, torna in studio, smadonna, smadonna, smadonna [ad lib.])

E questa scenetta, peraltro successa veramente, può accadere sempre, visto che ogni ufficio ha il suo orario di apertura e chiusura e i suoi giorni di non interazione con il pubblico.
Uniformare tutto, semplificando le procedure e tenendo un unico orario per i terzi non sembrerebbe complesso, nè svantaggioso, per cui non può certo farsi in Italia, dove continuano a volare alti i castori.

giovedì 7 gennaio 2010

'Sta povera giustizzia, vol. 1

Sono anni che tutti i Governi italiani pensano di riformare la Giustizia (scriviamola con la lettera maiuscola, ché tanto è gratis).
Pensano, o quantomeno affermano di pensarci, non fosse altro che i pensieri raramente si tramutano in fatti.
Ultimamente c'è stata la mini riforma del processo civile, tesa a snellire gli step che dovrebbero portare alla sentenza di primo grado.
Adesso si pensa al processo penale, con la geniale norma per cui tutti i processi che durino più di 6 anni (dal primo grado alla Cassazione) per un certo numero di reati dovrebbero dichiararsi prescritti.
Questo comporterebbe che le persone offese e, quindi, meritevoli di risarcimento, dovrebbero non solo costituirsi parti civili nel processo penale, ma agire anche in via civile, in modo da non perdere il diritto al ristoro dei danni patiti.
Con quele effetto? Processi penali in dimunizione e processi civili in aumento, con tanti saluti a tutte le riforme.
Oltre a consegnare a tutti gli incensurati una simpatica carta "esci gratis di prigione" da potersi giocare per il primo reato.

Lascio perdere questi ragionamenti, i quali avrebbero senso solo se veramente si volesse fare una riforma della giustizia seria e non, al contrario, una piccola legge per far rientrare dalla finestra il defenestrato Lodo Alfano.

Ad ogni modo mi posso immaginare la goduria di essere avvocati e parlamentari, con il potere di agire direttamente sulle norme che possono far perdere una causa.

Situazioni del tipo:

(Tribunale)

P.M.: E per questi motivi, ritengo che il Sig. X, sia colpevole dei reati di cui al Codice Penale, articoli xxxx e xxxx., come è stato ampiamente provato visto che esiste anche una ripresa video che mostra lo stesso nell'atto di (il lettore aggiunga un reato a sua scelta) coprendosi il volto con un paio di mutande.
Giudice: L'Avvocato della difesa vuole replicare?
Avvocato: Ma, guardi Sig. Giudice, mi concede 5 minuti?
Giudice: 5 minuti, non uno di più, anche perché devo dire che la posizione del suo cliente è decisamente compromessa, tra prove documentali, intercettazioni e testimoni, non vedo come riuscirà a cavarsela...
Avvocato: 5 minuti...(telefona)

(5 minuti)

Giudice: Allora?
Avvocato: Sì, sono pronto...
Giudice: Ebbene?
Avvocato: Ebbene, il mio cliente è innocente...mi hanno appena informato che il Parlamento ha appena approvato una legge per cui se un cittadino ha usato, per commettere un fatto che la legge ritiene reato, un paio di mutande in modo inadeguato, allora non potrà mai in alcun modo essere ritenuto capace di intendere e di volere. Per questo motivo il mio cliente non può essere considerato imputabile e, pertanto, andrà assolto.
P.M.: Ma...questa è follia!
Avvocato: Follia? Questa è l'Italia.

Vabeh, ad ogni modo, la vita nei Tribunali italiani è già decisamente complicata che una legge in più o una riforma in meno non la possono certo rendere peggiore.

Una delle situazioni più assurde (e che conoscono solo gli addetti ai lavori) è quella che riguarda la richiesta di copie autentiche di verbali o di atti di causa.
L'iter è più o meno così:
1) L'Avvocato compila un modulo prestampato richiedendo un determinato atto e lo deposita nella Cancelleria del Giudice competente
2) L'Avvocato ritorna in Cancelleria dopo non meno di 3 giorni, prende gli atti che deve copiare
3) L'Avvocato cerca una fotocopiatrice funzionante (cosa non scontata) e si mette a fotocopiare
4) L'Avvocato ritorna in Cancelleria, riconsegna gli originali e aspetta che le sue copie, già fisicamente nelle sue mani, ricevano il timbro della Cancellaria
5) L'addetto prende il timbro, lo ringalluzzisce con un po' di inchiostro, lo solleva e lo sbatte sui fogli fotocopiati, a quel punto alza gli occhi verso l'Avvocato e gli chiede "Le copie sono normali o urgenti?"
6) A quel punto l'Avvocato conta le marche da bollo che deve già avere con sè e decide se pagare la tariffa base, o, al contrario, esagerare e pagare il triplo

A questo punto la situazione diventa paradossale, se l'Avvocato decide che le copie sono urgenti, metterà le marche da bollo corrispondenti e si porterà via le fotocopie da lui già fatte, se, invece, decide che non vale la pena buttar via i soldi del suo cliente, metterà le marche da bollo per le copie "normali", se ne andrà e dovrà tornare dopo altri 3 giorni.
Il tutto nonostante le fotocopie siano già prontissime e resteranno ad impolverarsi per 3 giorni in Cancelleria, aumentando i mucchi di carta.

Ora, questa situazione (che di per sè potrebbe non essere così grave, ma che, invece, è l'archetipo della situazione della Giustizia italiana) esiste perché è ancora in vigore una norma degli anni '50-'60-'70, fate voi, per cui, un tempo, quando non esistevano le fotocopiatrici, erano gli addetti alle Cancellerie dei Tribunali a dover ricopiare fisicamente tutti gli atti richiesti.
Per questo motivo, esisteva, giustamente, una doppia tariffa per chi voleva che gli stessi facessero le copie subito (pagando di più) e chi poteva aspettare (pagando di meno).
Adesso, invece, le copie vengono fatte tutte immediatamente, solo che nel secondo caso vengono abbandonate in Cancelleria per 3 giorni, costringendo poi gli Avvocati a tornare in Tribunale per riprendersele, generando ritardi e aumentando la confusione nelle Cancellerie.

Cosa ci vorrebbe per cambiare questa cosa? Niente, basterebbe abrogare un piccolo articolo.
Perché non si fa? Probabilmente perché nessuno ci ha mai pensato.
Perché nessuno ci ha mai pensato? Perché sarebbe una piccola cosa efficace, di gran lunga meno strombazzabile delle grandi e illuminate riforme globali.

E le illuminate riforme globali, si sa, fanno volare castori.