lunedì 21 novembre 2011

La condanna delle Olgettine

"Troie"
"Puttane"
"Streghe"
Sputi che fendono l'aria e si stampano sul viso delle donne in catene, mentre vengono condotte al patibolo.
"Dovete morire"
"Vergogna"
"Serve di Satana"
Il boia dispone le donne una di fianco all'altra.
Un ometto insignificante sale le scale di legno, si ferma, le voci si affievoliscono fino al silenzio, l'uomo passa in rassegna i volti delle persone, legge le loro anime, volevamo Giustizia, per se stesse e per il proprio amato Paese.
Poi, spiega la pergamena che aveva in mano e inizia a leggere: "Noi Paris Madernino, giudice delegato della giurisdittione di Arcore volendo et intendendo venire all'espedittione del processo criminale formato da questo ufficio, contro: Barbara Guerra, Marianna e Manuela Ferrera, Ioana Visa, Miriam Loddo, Iris Berardi, Maristel Garcia Polanco, Raissa Skorkina, Barbara Faggioli, Alessandra Sorcinelli, Elisa Toti e Nicole Minetti, in quello, di quello et sopra quello che, non havendo il timor di Dio avanti agli occhi, nè gli mandati dalla Santa Madre Chiesa, ma sedote dal spirito infernale, Berlusconi, come nel processo appare:
ch'esse et cadauna d'esse han negato la nostra grande Democrazia, creatrice della Costituzione e della Giustizzia, trina e una, con haver renuntiato al sacramento del Voto, havendo fatta tal renuntia avanti il demonio in ispecie et forma umana, Berlusconi, seducendosi una per l'altra a comettere tal mancamento, e permettendo, per maggior damnatione delle lor anime, d'essere rebatizzate una dall'altra con nuova infusion di sborra sopra del capo, alla presenza dell'istesso demonio, Berlusconi, che in quell'atto sempre se ne stava, a guisa di leone, per alegrezza ruggiendo; mutandosi il suo vero nome, hauto nel fonte battesimale in alto nome comenticio, sotto il qual compiacevansi esser chiamate, e dal detto demonio, Berlusconi, essere signate in alcuna parte del corpo, con uccello fogato, dando rispettivamente a quello in segno della loro fedeltà verso di luì alcun fragmento della propria veste, per essere scanzelate dal libro d'eterna vita, e poste in quello di eterna damnatione;
pervenendo a tanta perfidia, inhumanità et empietà, che, non solo se stesse s'han consacrate al demonio, Berlusconi, ma indotte altre persone a renuntiare al sacramento predetto del Voto Democratico, e promesso quelle essere all'istesso demonio, Berlusconi, padre delle bugie, consacrate; al comando del quale, inimico del genere humano, s'eran obbligate far ogni sorta di mali e scelleratezze;
che con nefandissimo onto s'ontavano per prescrizione dell'istesso demonio, Berlusconi, in alcuna parte del corpo, e a hore comode erano portate dal demonio, Berlusconi, in ville e luoghi dove si faceano diversità e quantità d'incantationi, sortilegi, giochi bestiali, et hereticali stregamenti in honore e culto dell'istesso Priapo, principe di tutti li demonii;
portando in dette ville e maledetti congressi, statuette fatali e crocifissi al collo che furtivamente da negozi di bigiotteria exhumavano in tempo di notte; et quelli al demonio lor signore, Berlusconi, che tramutato in forma di becco sopra d'eminente trono se ne stava, offerivano, alcune parti di loro stesse;
maledicendo con le loro sacrileghe lingue et hereticali il nome della nostra grande Democrazia, del gloriosissimo Parlamento sempre immaculato e di tutti li Senatori a vita, tranne Andreotti, ogni volta che componevano li diabolici onti per commettere stregamenti, e fluidi corporei mescolando diversità di salive, carni et altre robe, con il Santissimo Crocifisso tra le tette, che con mani sacrileghe han comprato in negozietti di bigiotteria, quando nella santa Chiesa di Dio a quello indegnamente si sono accostate; facendo dani a persone, animali, e destrugendo diversità di sogni di vittoria del PD con trasmissioni televisive, richieste e pregunte; facendo alegreze, festini, e balli avanti le altre signore a sprezo della gran maestà della Dignità delle Donne, attribuendo il tutto a gloria del diavolo lor signore, Berlusconi;
aggiungendo sempre mali a mali, cometendo fornicatione e respetivamente sodomia insino coll'istesso diavolo, Berlusconi;
visto il processo con li testimoni essaminati e le intercettazioni telefoniche, dove manifestamente si comprova il corpo dei diversi delitti per esse comessi; oltreché havendo dato competente termine a dete ree per far le sue difese, et Iris Berardi e Maristel Garcia Polanco apsenti, citate e proclamate a comparere e presentarsi per scolparsi, nè curandosi comparere, ma restando tuttavia contumaci; qual contumacia le rendono più colpevoli di tanti delitti;
viste le dottissime difese e viste finalmente le cose che devonsi vedere; reinvocato il nome della Santissima Democrazia, da cui ogni retto e giusto giuditio procede; sedendo in questo luogo pro tribunali; sententiamo e condanamo le predette Barbara Guerra, Marianna e Manuela Ferrera, Ioana Visa, Miriam Loddo, Iris Berardi, Maristel Garcia Polanco, Raissa Skorkina, Barbara Faggioli, Alessandra Sorcinelli e Elisa Toti che per il ministro di giustizia a tutte, et a ciascuna di esse, gli sii tagliata la testa dal busto, a tal che se ne morino e l'anime loro si separino dalli corpi: et inoltre li cadaveri vengano abbruciati e le reliquie sepelite. Nicole Minetti, cognominata la Consigliera, altra complice in detti delitti, morta in queste carceri impenitente, e di già sepelita come strega, acciò pe' suoi misfatti non resti n'anco al mondo vestigia alcuna, danamo il nome di quella, assieme con la sua memoria, e tutti li beni di quella e cadauno d'essi, situati in questa Giurisdittione, pronuntiamo al Fisco di Arcore per confiscati".
E alla buon'ora, la Giustizia trionfò. 

giovedì 17 novembre 2011

Il discorso di Monti per l'insediamento, una libera reinterpretazione


Onorevoli colleghi, sarò breve perché è molto il lavoro da fare, tuttavia, tengo a precisare che sono qui perché avete fallito su tutta la linea. E non mi riferisco solo al precedente Governo, composto da improbabili lacché del primo ministro, una pletora di sfigati buoni a nulla messi a capo dello Stato solo perché graditi al grande capo. E non mi riferisco solo al grande capo, schiacciato dalle stesse troie che amava schiacciare, incapace di mediare una volta scoppiato il proprio partito a causa della vorace fame dei suoi cani.
E non mi riferisco solo a Voi, Onorevoli Colleghi dell'opposizione, che vi fate dettare l'agenda da Repubblica del Vostro Collega De Benedetti che, in questi ultimi 15 anni, è riuscito a trasformare i propri lettori in pecore belanti capaci solo di indignarsi sterilmente.
E non mi riferisco neanche a Lei, Onorevole Bersani, Lei che non ha mai vinto una beneamata ceppa nella Sua vita, Lei che ha fatto il Ministro dell'economia vantando una laurea in filosofia, Lei che ha ereditato un partito che aveva un'idea ed è riuscito a riportarlo indietro nel tempo, quando Voi, voi, pur di governare, avete fatto sedere su queste sedie gente come Mastella e Diliberto, contemporaneamente.
No, non mi riferisco solo a Voi, Onorevoli Colleghi, e non mi riferisco neanche al Presidente della Repubblica che mi ha chiesto di venire qui a salvare il culo all'Italia, attuando una sorta di colpo di Stato, visto che il mio predecessore ha sempre avuto il suo bel voto di fiducia da parte di questo Parlamento.
E non mi riferisco neanche all'Onorevole Presidente della Camera che già ieri, leggevo, ancora prima che mi insediassi definitivamente, parlava di quello che avrei dovuto e non dovuto fare, mettendo al primo posto la riforma della legge elettorale perché interessato a trovare un modo per non sparire definitivamente dal palcoscenico politico.
No, non mi riferisco a nessuno di Voi, Onorevoli Colleghi benedetti da tutti gli sprechi che quasi 50 anni di democrazia cristiana e partito comunista hanno approvato nel silenzio generale dei giornali da loro stessi sovvenzionati.
No, io sono qui perché gli italiani hanno fallito come popolo.
Hanno fallito perché hanno deciso di barattare il proprio voto per un posto sicuro e tranquillo nello Stato, hanno fallito perché non hanno mai denunciato la Mafia, perché lavorano in nero mentre prendono il sussidio di disoccupazione o la cassa integrazione, perché non pagano le tasse, perché non fanno né pretendono lo scontrino, perché erano al fianco degli operai della FIAT quando chiedevano di lavorare meno e lavorare tutti, dei dipendenti di Alitalia che andavano alle manifestazioni col cappio al collo alla faccia dei loro colleghi di Ryanair, perché non hanno mai preteso una scuola funzionante, perché le cose andavano bene così, tutto sommato, e perché, se alla fine ci si lamentava un po', il contentino prima o poi arrivava.
Invece sono arrivato io. Eh sì, Onorevoli Colleghi, sono arrivato io e se me ne vado l'Italia finisce come la Grecia.
Quindi, visto che so, Onorevoli colleghi, che nel momento in cui proporrò il taglio del Vostro numero, il taglio dei Vostri privilegi, il taglio della Vostra pensione, il mio governo cadrà perché troverete il pretesto per farlo cadere, allora ho deciso che reintrodurrò l'ICI, farò un prelievo una tantum sui conti correnti, metterò una tassa patrimoniale, aumenterò l'età pensionabile e farò sì che il Fisco sia più efficiente, anche a costo di qualche migliaio di cartelle pazze in più. 
E gli italiani pagheranno, pagheranno tutto, fino all'ultimo centesimo, perché è colpa loro se siamo in questa situazione.
Questo farò, però, Onorevoli Colleghi, una richiesta, visto che Voi non siete in grado di governare, né volete governare in questo momento di crisi in cui bisogna prendere decisioni impopolari, Vi prego, attraverso gli organi di stampa che controllate direttamente o indirettamente, di far riportare la seguente mia dichiarazione: 

venerdì 11 novembre 2011

L'Italia volta pagina

- Buongiorno, è la Segreteria particolare del Presidente della Repubblica, il Presidente vorrebbe parlare con il Presidente Mario Monti
- Buongiorno, un attimo e glielo passo subito
- Pronto?
- Pronto, buongiorno, Le passo subito il Presidente
(musica)
- Pronto?
- Pronto, buongiorno Presidente
- Oh, buongiorno Mario
- Mi dispiace disturbarti, so che sei sempre impegnatissimo
- Ma figuriamoci, Presidente, mi dica
- Allora, non c'è molto da dire, immagino tu stia leggendo i giornali, lo spread che ci sta uccidendo, un Governo ormai allo sbando, l'economia a rotoli, o meglio, lo Stato a rotoli
- Sì, è una situazione davvero preoccupante
- Mario, ieri Berlusconi è venuto da me e mi ha detto "Presidente, so di non aver fatto quello che dovevo, purtroppo non ci sono riuscito perché tutti sono contro di me, tutti vogliono e nessuno vuole rinunciare a niente"
- Chiaro
- Sì, ma senti, mi dice che ha sentito Tremonti e che Tremonti gli ha detto che o si fanno i tagli a tutti oppure andiamo in default
- Concordo
- Solo che Berlusconi mi dice che sono mesi che sta cercando di far passare qualche misura per tagliare, ma gli sono tutti contro. Tagli il ministero della difesa? La Russa si incazza e compra 19 maserati, tagli l'ambiente? La Prestigiacomo, Mario, la Prestigiacomo, minaccia di andarsene. Tagli le province? Arriva Bossi e blocca tutto. Questa è la situazione e, credimi, per quanto puoi immaginare a che punto sia la mia stima per Berlusconi, credo non abbia tutti i torti, con la gente che ha intorno è impossibile fare qualcosa per l'Italia, gente ignobile che pensa solo alle prossime elezioni e a garantirsi il proprio giro di clientela
- Lo so, la situazione è schifosa
- E' schifosa, sì, ma qualcosa bisogna pur fare, giusto?
- Certo
- Allora, con Berlusconi ci siamo messi a riflettere sulle possibili soluzioni, mi dice che sarebbe pronto a fare un passo indietro per il bene del Paese
- Incredibile, non l'avrei mai creduto capace
- Già, ma Mario, credimi, siamo alla frutta
- Lo so, giusto qualche tempo fa ho analizzato i vari problemi dell'Italia con il mio gruppo di studio
- Ah
- Sì, siamo arrivati alla conclusione che, passato il momento di crisi economica dovuto alle banche, ora l'unica cosa da fare è riuscire a far ripartire l'economia, economia che può ripartire solo se dallo Stato arrivano liquidi per rimettere in moto la macchina
- Ti ascolto
- Guardi, Presidente, la faccio molto semplice, le banche non hanno più soldi, le imprese lavorano, ma lavorano e vengono pagate dopo 60-90 giorni, quando va bene, manca liquidità e più i pagamenti arrivano in ritardo, più la posizione debitoria delle società verso le banche si aggrava e, contemporanemente, meno liquidità hanno le banche da dare in prestito. Questo è un circolo vizioso che deve essere abbattuto
- Hai già qualche idea?
- Certo, la tassazione in Italia è già tra le più alte al Mondo, con l'aumento dell'Iva i consumi si sono ulteriormente contratti, quindi non si può utilizzare la leva fiscale, ma una soluzione c'è, eliminare gli sprechi
- Sono d'accordo
- Sono gli sprechi dello Stato che hanno fatto ingigantire il debito pubblico e che, peraltro, non ci permettono ad ora di avere noi quei fondi necessari a fare investimenti mirati per dare liquidità alle imprese private
- Chiaro
- E non solo, bisogna ricostruire da nuovo tutto il concetto di Welfare, aumentare l'età pensionabile portandola alla media europea, eliminare le baby pensioni, diminuire e restringere la cassa integrazione, forse gli operai non sono i responsabili della crisi, ma anche loro ci hanno campato e i costi sono fniti sullo Stato. Bisogna segare tutti i dipendenti pubblici in eccesso, i forestali in sicilia, le migliaia di bidelli che lavorano in scuole sporche, tutta la gente in malattia perenne, vendere il patrimonio dello Stato, privatizzare, snellirsi, cedere due reti della RAI, e così via
- Sì
- Ci vuole una rivoluzione copernicana se vogliamo farcela, abbattere il numero dei parlamentari, abbattere le auto blu, i portaborse, le indennità, togliere tutto tranne lo stretto indispensabile, riformare la giustizia e potrei continuare per ore
- Certo, e ora capisci perché nessun partito si prenderà mai carico di questa situazione?
- Lo so, è doloroso, ma è l'unica via, almeno secondo me
- E qui arriviamo al vero motivo della mia telefonata
- Mi dica, Presidente
- Ecco, mi chiedevo se, in caso di passo indietro di Berlusconi, che, te lo ripeto, è certo, saresti disposto a formare un Governo tecnico per fare tutto quello che mi hai detto
- Presidente, per me sarebbe un onore, ma prima di accettare ho bisogno di due risposte
- Chiedimi pure tutto ciò che vuoi
- Allora, per prima cosa voglio sapere se avrei carta bianca nel decidere la squadra di Governo o se dovrò sottostare alle logiche dei partiti, voglio dire, non voglio che un inetto, incapace trasformista come Casini mi venga a dire che devo mettere sottosegretario la Carlucci solo perché è andata nel suo partito
- Chiaro e, credimi, questo te lo posso assicurare
- Bene, ora l'altra questione: per accettare questo incarico io devo abbandonare tutte le mie cariche, ovviamente
- Sì
- Ecco, non vorrei sembrare venale, ma cosa ci guadagno?
- Avresti la riconoscenza dell'Italia intera e considera che lo stipendio del Presidente del Consiglio è decisamente ben retribuito
- Certo, però il mio Governo tecnico durerebbe in carica solo pochi mesi, forse un anno e poi?
- Potresti tornare al tuo lavoro
- Troppo facile, io avevo pensato a questa soluzione, visto che ha il potere mi elegge senatore a vita, in modo tale che per tutta la vita possa percepire, oltre alla pensione, anche l'indennità a me spettante, tanto sono poco meno di 150.000 Euro l'anno e quindi non incidono più di tanto nel bilancio di uno Stato. Una volta eletto, apriamo la crisi di Governo e se mi chiederà formalmente di accettare l'incarico, io lo farò.
- Ma non sarebbe etico
- Etico? Si ricorda, Presidente, che siamo in Italia?
- Lo so, ma non aveva detto di voler ridurre gli sprechi? Che la politica costava troppo, ecc. ecc.?
- Presidente, è presto detto, come le ho già detto taglierò tutto, poi finito di tagliare tutto, mi dimenticherò di abbassare lo stipendio dei senatori, tanto con le misure che ho in mente l'Italia potrà salvarsi senza problemi e almeno mi sarà garantita una giusta diaria
- Lo trovo un controsenso
- Prendere o lasciare
- Prendo
- Ha fatto la scelta giusta, vedrà che gliela cambio io questa Italia marcia.

domenica 10 luglio 2011

4 terroristi e un funerale.

  • E' arrivato...
  • Come è arrivato?
  • E' arrivato.
  • Vuoi dire che ci siamo?
  • Ci siamo.
  • Ne sei certo?
  • E' arrivato un messaggio chiaro.
  • Da Lui?
  • Da Lui.
  • Chi te l'ha portato?
  • Il solito messaggero.
  • Pazzesco.
  • Pazzesco, davvero.
  • Sapete, fratelli, quasi non ci credo.
  • E' vero, è un vita che aspettiamo.
  • Ci avevano detto di tenerci pronti.
  • Lo so, però, sai, non è facile.
  • Aspettare faceva parte della missione.
  • Lo so, però dopo un po' che aspetti, ti sembra quasi di scordartene della missione.
  • Come una spada di Damocle per un cieco.
  • Fammi leggere il messaggio.
  • Ecco qui.
  • Incredibile, è tutto vero.
  • Che vi dicevo?!
  • Hai ragione.
  • Quindi dobbiamo prepararci?
  • Credo di sì.
  • Non pensavo sarebbe arrivato mai il giorno.
  • Abbiamo dovuto pazientare oltre il dovuto.
  • E' vero, non fossero uscite quelle voci su di noi, il nostro gruppo e la nostra missione sarebbe stato tutto più veloce.
  • Già, ma ora dobbiamo ripagare il Capo per la fiducia.
  • Hai ragione.
  • Dite?
  • Cosa?
  • Dite davvero che dobbiamo eseguire quest'ordine?
  • Stai scherzando? Sai chi sei? Da dove vieni? Perché sei qui?
  • Certo.
  • Allora lo sai come siamo stati reclutati, lo sai cosa dobbiamo fare e quando hai accettato di entrare nel nostro gruppo, anzi, quando sei stato selezionato tra migliaia di altri che avrebbero fatto carte false pur di poter soddisfare il nostro Capo hai aderito senza dubbi.
  • Vero...
  • Sapevi che quando sarebbe arrivato l'ordine di dare inizio alla nostra missione non avremmo potuto avere dubbi.
  • Lo so, ma..
  • Ma cosa?
  • Dopo così tanto tempo...speravo si fosse dimenticato di noi.
  • Lui non dimentica mai nessuno.
  • Ma davvero non sei convinto?
  • No, no, sono convinto, almeno credo, solo che...
  • Cosa?
  • Non so, uccidere tutta quella gente, tutte quelle persone, così, di colpo, senza senso, vite spezzate, bambini...
  • Sono tutti colpevoli e lo sai. Se ti poni queste domande metti in dubbio l'essenza stessa del nostro Dio.
  • No, non voglio dire questo!
  • Dio vuole questo e tu lo sai benissimo.
  • Lo so, però, non riesco a non pensare a tutte quelle persone, al sangue, alla morte...
  • Sono peccatori, se lo meritano.
  • Fratelli, dobbiamo prepararci, saremo stati fermi anche per tantissimo tempo, ma di certo sappiamo bene qual'è il nostro compito e come portarlo a termine.
  • Lo sappiamo, lo sappiamo, ma vedi, o siamo tutti o non se ne può fare niente e il nostro fratello pare indeciso.
  • Indeciso? Io credo abbia solo paura.
  • Certo che ho paura, abbiamo avuto questa missione così tanto tempo fa che ora la prospettiva è completamente diversa. E cosa succederà dopo che avremo fatto quello che dobbiamo fare? Nessuno di voi se l'è mai chiesto?
  • Ecco, allora mi sapete dire secondo voi che succederà dopo?
  • Non lo so, ma so che se faremo il nostro dovere avremo la nostra ricompensa. Dio ci vorrà ancora più bene e ci terrà stretto a Lui.
  • E se invece, terminata la missione, noi semplicemente svanissimo?
  • Impossibile!
  • Blasfemo!
  • E se avesse ragione nostro fratello?
  • Non ti ci mettere pure tu, ora!
  • Vedete? Ora i miei stessi dubbi li avete anche voi!
  • Nessun dubbio da parte mia. Io non posso dubitare, altrimenti avremmo buttato via tutto questo tempo nell'attesa di un qualcosa che ora dovremmo ritenere inutile solo perché non abbiamo la sicurezza, per noi, di quello che ci sarà dopo.
  • Ti capisco, fratello
  • E poi, cari fratelli, ora possiamo anche non sapere cosa ci sarà dopo, ma se non diamo inizio alla nostra missione, cosa credete che succederà?
  • Bravo, fratello! Falli ragionare!
  • Ecco, vedete? Siete senza parole. Non abbiamo alternative, forse dopo non sapremo cosa ci aspetta, ma sappiamo bene che non si può non compiere questa missione. Non ci sono alternative.
  • Hai ragione, fratello, siamo condannati ai nostri doveri.
  • Non parlare di condanna, non c'è condanna nell'esaudire il volere di Dio.
  • Ancora una volta hai ragione.
  • Coraggio, ora, raduniamo tutte le nostre cose e andiamo
  • Sentite, un'ultima cosa...ma dobbiamo cambiare qualcosa o seguiamo lo stesso il copione, perdonatemi il termine, che era stato svelato?
  • Certo che sì, tanto ormai nessuno se ne ricorda più! E' stato questo il motivo dell'attesa. Fare un'azione che tutti possono riconoscere subito e pensare, un istante prima di morire, perché me ne sono dimenticato?
  • Sono d'accordo, e poi sarà ancora più soddisfacente sentirsi dire “Allora era tutto vero, perché nessuno ha fatto niente, perché non ho fatto niente...” un attimo prima di portare la morte.
  • Benissimo, allora forza, ognuno si rilegga la parte che gli interessa dell'Apocalisse di Giovanni e mettiamoci al lavoro!

venerdì 1 aprile 2011

5 cose che ho capito sulla satira (online) in Italia.

1) La satira online in Italia è l'esatto specchio di uno dei principali mali italiani: la frammentarietà. Ci sono decine di "punti" di satira, ognuno dei quali con le sue peculiarità e punti di forza, ognuno che, da solo, non riesce ad avere la forza di proporre al proprio pubblico un prodotto completo, ma solo parziale. Oppure si trova a dover aggregare lavori mediocri solo per riuscire ad ampliare il proprio ramo di competenza, perché i migliori di quel dato campo hanno il loro personale "punto" di satira e non vogliono collaborare.
Manca una visione di insieme e la capacità di mettere da parte il proprio ego per riuscire a creare un progetto che possa superare i confini del web o delle saltuarie pubblicazioni per potersi affermare come nuovo prodotto in grado di soppiantare tutti quelli bolliti che ci vengono propinati quotidianamente da chi, ormai, ha solo il nome e neanche più un'idea.

2) Il modello per lo più proposto da chi fa satira in rete è quello del piccolo progressista intellettualcazzone che si sente in imbarazzo a dire che di satira ci vuole vivere o che mette un prezzo al proprio lavoro, come se farsi pagare, ed il giusto, sia un qualcosa di cui bisogna vergognarsi. Per cui, di fronte alla semplice domanda "Ma quanto guadagni?", ecco che ci sono prese di distanza abissali, dal "Non troppo", "Non abbastanza", "La mia partecipazione è a titolo gratuito", "Il Misfatto non mi dà praticamente niente" ecc.ecc., come se dire: "Guadagno tot" sia volgare o un qualcosa di cui non rendere partecipi gli altri. Come se Pazienza avesse vissuto di sola aria, così come i Serra o i Luttazzi, ecc.ecc.. Ma poi continuiamo pure a dire che bene ha fatto Visco a pubblicare le dichiarazioni dei redditi di tutti gli italiani.
Bisogna essere orgogliosi di guadagnarci con quello che si fa, che sia tanto o poco, bisogna uscire dall'ottica dello sfigato studentello-bamboccione-30enne-quellochevolete che lo fa per la sola passione satirica e per fare l'intellettuale.
Chi non vorrebbe viverci di satira se è questo ciò che piace fare? Ecco, per farlo bisogna essere pagati. E per essere pagati bisogna fornire un prodotto ottimo che la gente comprerebbe. E bisogna essere consapevoli che quello che si vende è di valore.

3) La satira online è autoreferenziale e questo è un bel limite. Leggo battute e guardo vignette che contengono inside jokes o riferimenti impliciti a fatti ed episodi che possono conoscere solo le persone all'interno di questo micro (MICRO!) cosmo. Come se al lettore potesse interessare qualcosa di vecchie battute, lotte intestine, paraculate e quant'altro. E questo senza contare il modo di sponsorizzarsi e spalleggiarsi tra quelli che fanno parte di uno dei "punti" di satira, che rimbalzano le cose scritte dai propri amici con commenti entusiasti, creando un clima di melassa e di spompinamento che fa rende odiosa la lettura a chi, di tutte queste cose sotterranee, non interessa nulla e gli basta leggere qualcosa di buono, senza troppi orpelli d'accompagnamento.
Peraltro, la lode sperticata, l'utilizzo di espressioni da orgasmo multiplo fatte da chi partecipa già alla creazione di battute e/o vignette ed è quindi "collega", appare come un sintomo di debolezza, perché non si ritiene il prodotto sufficientemente buono da potersi reggere sulle proprie gambe, oppure uno scambio di cortesie del tipo "do ut des", io spompino te, tu spompinerai me.
Tutto questo non aiuta la satira online a rendere di sè un'immagine seria e "professionale", con la conseguenza che si tenderà sempre a rimanere nella cerchia, ampia o ristretta che sia, della blogosfera, del proprio numero di fans su facebook, del proprio numero di amici virtuali.

4) Ogni "punto" di satira ha un proprio bacino di utenti ben definito, a questo si rivolge e tende a volerlo conservare. Questo fa sì che, con l'aumentare del bacino, si perda progressivamente la capacità di sperimentare e di osare, perché non si vuole correre il rischio di perdere quanti si sono già acquisiti. Questo comporta il susseguirsi di battute su berlusconi mafioso e pedofilo, sul papa pedofilo, sul leghista ignorante, sul pd inutile, sulla barca di D'Alema, sulle divise di Gheddafi, sui viaggi all'estero di Frattini e sull'italiano di Di Pietro. Tutti questi argomenti sono diventati ormai dei topos e pare non si riesca ad andare oltre. O meglio, si potrebbe andare oltre, ma correndo il grosso rischio di perdere utenza.
L'utenza viene vista come il bene supremo, il che è vero, ma come un qualcosa che non si può "sferzare", non si può "provocare", ma che bisogna solo assecondare.
A suo tempo sentii dire, per giustificare la non pubblicazione di una battuta, "Il pubblico non è pronto". Ecco, entrare in un'ottica del genere, è la morte della stessa satira.
Dare al pubblico solo ciò che vuole, è solo commercializzazione cieca delle proprie creazioni e, di fatto, limita, rectius autolimita, la libertà di espressione che, in un campo come quello della satira, dovrebbe essere la più ampia possibile.

5) Chi produce satira online manca totalmente di iniziativa, incarnando il modello del blogger sfigato che continua a scrivere in attesa che qualcuno si accorga di lui. Manca strategia, mancano le capacità imprenditoriali per cercare di uscire dalla blogosfera o, comunque, di guadagnarci in qualche modo. Manca il coraggio di provarci. Negli anni '70 si sono poste le basi per far uscire il Vernacoliere. Ora si aspetta che venti anzianotti bolliti riescano a rifare Il Male, nella speranza che lancino qualche briciola ai più giovani, più bravi ed innovativi di loro, peraltro, ma che accettano di lavorare semigratis perché non hanno rispetto di se stessi.
Questi vecchi che bivaccano nei salotti buoni del potere non vengono mai presi di mira, forse uno sberleffo scherzoso ogni tanto.
Sono loro il nemico, loro e la mancanza di rispetto verso se stessi e verso le proprie opere.
Provate a scioperare dal Misfatto e da Repubblica ogni volta che il pagamento è insufficiente o non arriva. Non vi fanno un piacere a pubblicarvi, siete voi che lo fate a loro.
E tutto il tempo perso per questa gente irriconoscente, si dovrebbe spendere per cercare di creare un progetto valido, editori che vogliano rischiare, commercialisti, avvocati, copywriter, grafici, ecc.ecc. che vogliano seguire un progetto che deve nascere da chi fa satira online, non da chi vuole guadagnare da chi fa satira online.
Possibile che Charlie Hebdo in Francia funzioni e che in Italia non ci sia nulla? Il vernacoliere funzionava, poi cosa è successo? Sono cambiati gli italiani o non si è evoluto il giornale?
E se le cose stanno così, perché non ho ancora letto pezzi di satira su chi ha fatto la satira e ora si gode la sua posizione di privilegio, con il culo nel burro? Non è forse potere anche quello?
Manca la capacità di osare ai satiri online, di avere una visione, di credere in un progetto, di rischiare. Esattamente come a gran parte dei giovani italiani.

Siamo tutti uguali e moriremo tutti.

sabato 26 marzo 2011

5 cose che ho capito sulla satira (non online) in Italia.

1) La satira in Italia è in mano a gruppi di potere. Se non hai un editore o un politico alle spalle, non finisci sui quotidiani, non vieni preso in considerazione per gli inserti, non hai spazio nelle riviste di satira.
2) Se vuoi finire su quotidiani, venire preso in considerazione per gli inserti, avere spazio nelle riviste di satira devi allinearti al tuo editore e al tuo politico, di fatto sposando la sua linea editoriale o, quantomeno, assecondandola.
3) Chi gestisce la satira in Italia è un professionista di un'età compresa tra i 40 e i 70 anni, con una visione vetusta della politica e delle dinamiche sociali. Un professionista che segue una propria ideologia e lo fa sulla base di due profonde convinzioni: essere nel giusto, avere un bacino d'utenza da mantenere in modo da poter ogni mese avere il proprio stipendio assicurato.
4) I vecchi satiri che hanno in mano la satira in Italia sono i primi a criticare la gerontocrazia nella nostra società e in particolare nella politica, salvo non cedere il passo ai giovani, portatori di nuove idee e nuova verve.
5) I giornali che fanno satira, i quotidiani che pubblicano vignette, articoli e quant'altro concerni la satira non pagano o pagano cifre irrisorie ai loro collaboratori, saltuari o fissi che siano, in questo comportandosi nello stesso modo di tante altre aziende che, satiriggiando, si tirano sempre in ballo. Lo sfruttamento dei giovani satiri e vignettisti da parte di questi giornali rappresenta la sconfitta dell'idea stessa di satira, sia di chi la fa, sia di chi la pubblica, sia di chi la legge.


(coming soon "5 cose che ho capito sulla satira (online) in Italia").

domenica 16 gennaio 2011

PD, una generazione di perdenti. Il mio J'accuse.

 (Immagine liberamente rubata a Umore Maligno )

Leggo che D'Alema si è sentito in dovere di giustificarsi dopo l'attacco di Libero che tirava in ballo il fatto che fosse stato in vacanza a St. Moritz e avesse scarpe e maglioni costosi: "Ero in un paesino vicino, a St. Mortitz ci sono andato solo in gita, le mie scarpe costano € 29,00 al Decathlon". Mancavo il cenno alle cavallette, ma vabbe'.

Leggo che Bertinotti s'è affrettato a dichiarare che la sua crociera ai Caraibi è stata economica, solo € 2.500 in due, non alle Bahamas, ma solo alle Antille, e nella sua excusatio tira in ballo il fatto che in quelle amene isole ci sono passati Bob Marley, Castro, pirati come Drake e Morgan e, conclude, ben ci può stare un povero comunista come lui. A ben vedere sembra una gita così culturale che avrebbe dovuto pagargliela il partito, che cazzo!

Questa gente rappresenta la sinistra.

Gente che, invece, di mandare semplicemente a fanculo quei giornali che basino i loro attacchi su argomenti così idioti, si affrettano a rispondere, cercando di passare per i popolani, quando il loro conto in banca non è certo tale.
E chissenefrega del cashmere, portate avanti un discorso politico sensato, proposte di legge a favore di quel ceto medio che vorreste e avreste dovuto rappresentare, ma che vi siete persi per strada tra le mille beghe per il potere e l'incapacità di avere un'unica linea.

Come se l'operaio che vincesse 200.000 Euro al lotto continuasse a comprare le scarpe al decathlon e i maglioni al Lidl. Ma che cazzo vi vergognate di stare bene economicamente?

E da ogni parte si leggono battute sul panfilo di D'Alema.
E io mi chiedo se è questo il metro che si può utilizzare per giudicare un politico.
Forse sbaglio io, visto che i sinistrorsi da popolo viola non riescono ad accettare che un politico possa guadagnare x volte più di loro, indipendentemente dalle sue idee e proposte.
Forse il populismo è l'unica risposta.

Come se Vendola ogni mese non potesse contare su circa 10.000 Euro con cui far quadrare il bilancio di casa.

"Nichi, oggi vorrei mangiare aragosta, che dici se la compro al mercato?"
"Scherzi? Poi il Pinco Palla della strada cosa penserebbe di noi? Andiamo a mangiarci panino e salamina, facciamoci fotografare e con i soldi risparmiati compriamoci l'ennesimo immobile".

Ecco, io tutta questa generazione di perdenti li manderei via.

Bersani, patetico ex iscritto al PCI, che non riesci a dire neanche se sei a favore del "si" o del "no" per il referendum di Mirafiori. O "sì" o "no", non sembra difficile. Almeno se non sei Bersani.

Bindi, ex azione cattolica, ex DC, ex Partito Popolare Italiano, che solo per tristi ragioni di leccaculaggine verso i cattocomunisti nessuno ti ha mai sbattuto fuori a calci in culo dal PD.

Veltroni, ex iscritto al PCI, che hai voluto il PD, alle prime difficoltà, invece di sbattere fuori chi non rispettava la tua leadership, hai calato le braghe, salvo tornare, dopo sbandierati annunci di viaggi in Africa, per mettere in difficoltà personaggi come Bersani, cosa che equivale, nel mondo reale, a prendere a pugni uno mentre caga.

Finocchiaro, ex del PCI, che è dal 1987 che non fai più il tuo lavoro per startene a cianciare di diritti delle donne in Parlamento, quando poi arriva una Carfagna alle Pari Opportunità, carica da te già occupata, e riesce a sembrare molto più attiva e propositiva di te.

Fassino, Franceschini, Marino, persone come queste, incrostate nel potere, che si presentano con la loro faccia triste e sperano ancora che qualcuno li voti perché parlano di "piattaforme programmatiche" e "condivisione dei problemi". Persone che aiutano la nonna a pettinarsi, mentre la casa brucia.

Questa gente, che è dagli anni '80 che ricopre cariche nei partiti, è ancora lì, a parlare, proporre, criticare, pensando pure di far del bene al Paese. E perde.  E viene derisa. E ci condanna ad avere una destra che per essere arginata deve spaccarsi. E loro dietro a Fini, Fini, signori, l'ex MSI e AN. 'Sti geni si vogliono alleare con lui.

Ma compratevi un po' di maglioni di cashmere, una barca e godetevi i vostri soldi, senza vergognarvene e risparmiandoci questo patetico tramonto che dura da oltre vent'anni.

giovedì 13 gennaio 2011

Dialoghi immaginari n. 2: Perchè l'Italia si salverà quando ci sarà il prossimo Giudizio Universale.

Dio – Grazie di essere venuti.
Gesù – Be', non che avessimo alternative...
D – Non iniziamo con le provocazioni, dai...
G – E chi provoca?!
Spirito Santo – Ehm, di cosa volevi parlare?
D – Ecco, volevo informarvi che mi sono stufato di questa umanità.
SS – Si?
D – Sì! Guerre, omicidi, assassini in mio nome, è ora di darci un taglio!
G – Ehi, ehi, calma, non vorrai mandarmi ancora là a farmi crocifiggere, eh?
D – Uff! Sempre con le solite ripicche. Comunque, no, sarei più propenso per un nuovo diluvio universale
SS – Ancora?
D – Banale?
SS – Be', diciamo che da Dio uno si aspetta sempre qualche novità!
D – Be', ci sta...magari una distruzione di massa immediata, che dite?
G – Ci può stare...ma senti, non vorrai mica distruggere proprio tutti, no? Come fai a sapere che sono tutti malvagi?
D – Infatti, non distruggerò proprio tutti, diciamo che mi accontenterò del 90% circa della popolazione mondiale, il restante 10% potrà dare il via ad un nuovo inizio, sempre nel mio nome
G – E nel mio!
SS – E pure nel mio, già che ci siamo.
D – (sbuffa) Sì, sì, certo!
G – Va bene, ma mi chiedevo, come puoi decidere chi salvare e chi no?
D – E' presto detto, ho proceduto in base agli Stati, se le cose vanno bene in uno Stato per la maggioranza della popolazione lo salvo, altrimenti muoiono tutti.
SS – Mi pare equo.
G – Buona idea, ma, ripeto, come farai a discernere, perché, siamo chiari, è ovvio che tu, vista anche l'età e visto che non vuoi mollare il comando al tuo figlio più giovane e attento, non puoi controllare tutto.
D – (sorridendo) Caro il mio bel figlio, sottovaluti tuo padre. Ti concedo che, forse, non ho più la vista di un tempo e che non riesco ad essere in tutti i posti contemporaneamente, però, l'età m'ha portato giudizio.
SS – Hai già un piano?
D – Eccerto! Allora, da un po' di tempo mi sono messo a guardare tutti i telegiornali del mondo, dalla CNN ad Al Jazeera, oltre a quelli nazionali di ogni singolo Stato, per vedere, come dicevo, chi se la passa bene e chi no, chi ha un popolo felice e chi vive una situazione di costante rivolta, chi è soddisfatto, insomma, e chi, invece, vorrebbe un cambiamento.
G – Uh? Bella idea! In effetti ultimamente mando un fulmine di qui e loro arrivano, uno tsunami di là e loro sono già sul posto. Compaio su una padella, ed ecco che c'è la telecamera, quei giornalisti lì sono molto più efficienti di noi in termini di vigilanza!
SS – Già! Ma aspettate un attimo! Dio, prima di far partire l'operazione, hai già contattato l'altro grande vecchio? Che ne pensa?
D – Uff, tranquillo! Big A. è con noi, sai che quando c'è da far morire gente è sempre d'accordo
G – E il ciccione?
D – Il ciccione non riesco a contattarlo, starà meditando e poi tanto lo sai che non conta un cazzo.
SS – Ahahaha! In effetti è vero. Subisce e basta.
D – Ecco, allora, questo è il piano, ho già tutto pronto per l'ennesimo cataclisma mondiale della storia, ho qui pronta una lista dei pochi Paesi dove, tramite le informazioni prese dagli organi di stampa, si vive bene e la gente è serena e tranquilla. Adesso ve la do, voi uscite dalla porta e portate il tutto ai 4 Cavalieri.
SS – Va bene, finalmente si tornerà a mostrare un po' di pugno di ferro!
G – Ben fatto vecchio! Adoro veder scorrere il sangue, quando non è il mio.
D – Bene, ora andate e che la distruzione abbia inizio.
(e fu così che l'Italia si salvò)
 
 
DISCLAIMER: Questo post è uscito in data antica sul sito gestito da due personaggi scomodi:,un siciliano che tutti amano insultare e un italiano emigrato in Brasile che non fa il pappone: http://senzavoglia.blogspot.com/2010/10/informazeide-1.html .